In questi giorni si sta assistendo alla resistenza della città
siriana di Kobane, ultimo baluardo prima della Turchia, da parte delle
forze curdo siriane dell'YPG contro i fondamentalisti dell'Isis. Questa
immagine riassume bene tutte le contraddizioni delle operazioni e dei
bombardamenti. I miliziani dell'Isis issano indisturbati la bandiera
nera in cima alla collina della città, poco distanti al confine si
trovano le divisioni corazzate turche (ma lo stesso si può dire degli
aerei della coalizione internazionale) che assistono indifferenti alla
presa della città, con migliaia di curdi, tra cui molte donne, che si
difendono strenuamente per non soccombere, in alcuni casi suicidandosi
per non consegnarsi vivi. Sulla collina è presente anche la scritta
Newroz (nuovo anno), il nome della festività dei curdi a lungo tempo
proibita nella stessa Turchia, in quanto simbolo dell'identità curda.
Allo stesso tempo viene impedito ad altri miliziani di arrivare in
soccorso della città ma, nonostante questo, ai curdi viene chiesto
l'estremo sacrificio di difendere la "civiltà" fermando l'avanzata
dell'Isis. Un grazie a questo popolo, perseguitato, diviso tra vari
stati e condannato a non averne uno suo, è quantomeno doveroso.