lunedì 25 aprile 2016

Orazione 25 aprile 2016

Innanzittutto un grazie a tutti voi che avete partecipato a questo corteo per il 71° anniversario della liberazione. Oggi tuttavia non siamo qui soltanto per celebrare qualcosa di passato, siamo qui per testimoniare la necessità di tenere vivi i valori che sono stati alla base della lotta di liberazione dal nazifascismo e che sono poi stati inseriti nella nostra costituzione democratica che come ANPI siamo e saremo sempre in prima fila nel difendere da ogni stravolgimento.

Ci troviamo inoltre di fronte ad una situazione estremamente preoccupante. In Europa assistiamo sempre più all’affermarsi delle logiche dei muri e dei fili spinati, agli egoismi nazionali, allo scarica barile fatto sulla pelle di persone che cercano di arrivare nei nostri paesi, morendo a migliaia nei nostri mari, spesso per scappare da situazioni di guerra o di repressione di cui l’occidente si è reso corresponsabile o complice, basti pensare a paesi come Siria, Libia, Iraq, Afghanistan ma anche all’Egitto, come dimostra il sequestro ed assassinio del giovane ricercatore Giulio Regeni.

Assistiamo così all’emergere di formazioni xenofobe, dall’Ungheria di Orban alla Polonia, dalla Francia all’Ucraina fino all’Austria, come si è visto ieri con le elezioni presidenziali. L’Italia non ne è esente, basti vedere gli slogan usati da certe formazioni politiche od alla presenza di formazioni di chiara ispirazione neofascista spesso protagoniste di episodi di aggressioni xenofobe. Una di queste, Casapound, ogni anno organizza persino una parata in occasione del giorno del ricordo per le vie di Lucento, in una città decorata con una medaglia d’oro proprio per la lotta contro il nazifascismo. 

D’altronde se tra queste mura si è sentito dire che Matteotti ed i fratelli Cervi non sono stati uccisi dai fascisti, che la Resistenza è stata fatta da figli di papà, che il 25 aprile è una festa patronale (in senso spregiativo) oppure che il generale Graziani era un eroe, spiega come sia stato possibile che qualche anno fa sia stato inaugurato un mausoleo in suo onore ad Affile, proprio a quel Graziani ritenuto criminale di guerra per le sue azioni in Africa e che aveva emesso un bando di leva nella RSI che prevedeva la fucilazione per i disertori. E’ necessario quindi fare i conti con il nostro passato fascista.

Tornando alla questione migranti, ha scoperchiato il vaso e rivelato tutte le contraddizioni di questa Europa. Assistiamo alla presenza di un’Europa unita solo più per motivi economici più che per unione di popoli. Il denaro e le merci possono girare liberamente, le persone sempre meno.

Altiero Spinelli, imprigionato dal regime fascista nel carcere di Ventotene, insieme ad altri intellettuali antifascisti stilò un manifesto sulla necessità di creare un’Europa unita da ideali di pace e fratellanza. In uno dei suoi ultimi discorsi al Parlamento europeo ammonì sul futuro dell’Europa usando la metafora del pescatore che dopo aver catturato un grosso pesce (l’Europa) non potendo caricarlo a bordo dovette trainarlo fino al porto, ma che giunto alla riva, del grande pesce riconobbe soltanto la lisca dello stesso, divorato dai pescicani durante il tragitto.

Ebbene l’Europa è divenuta quella lisca, completamente snaturata e consumata da logiche di austerity e di massimizzazione dei profitti economici che prevalgono rispetto alla dignità delle persone, dal riemergere di ideologie ultranazionaliste, che ricordo essere state alla base di ben due guerre mondiali, da egoismi nazionali ed individuali che hanno soppiantato i sentimenti di solidarietà e fratellanza che sono stati alla base della lotta antifascista, non solo in Italia.

Per questo motivo concludo leggendovi quello che viene definito il “Giuramento di Mauthausen”, un appello sottoscritto dagli internati del campo di concentramento prima del loro ritorno a casa e che ci rivela molto bene quelle che erano le speranze nella costruzione di un mondo migliore che sarebbe sorto dalle ceneri delle tragedie della seconda guerra mondiale. Speranze e principi dai quali ripartire.

Mauthausen. Austria. 16 maggio 1945.

 «Si aprono le porte di uno dei campi peggiori e più insanguinati: quello di Mauthausen. Stiamo per ritornare nei nostri paesi liberati dal fascismo, sparsi in tutte le direzioni. I detenuti liberi, ancora ieri minacciati di morte dalle mani dei boia della bestia nazista, ringraziano dal più profondo del loro cuore per l'avvenuta liberazione le vittoriose nazioni alleate, e salutano tutti i popoli con il grido della libertà riconquistata. La pluriennale permanenza nel campo ha rafforzato in noi la consapevolezza del valore della fratellanza tra i popoli.

«Fedeli a questi ideali giuriamo di continuare a combattere, solidali e uniti, contro l'imperialismo e contro l'istigazione tra i popoli. Così come con gli sforzi comuni di tutti i popoli il mondo ha saputo liberarsi dalla minaccia della prepotenza hitleriana, dobbiamo considerare la libertà conseguita con la lotta come un bene comune di tutti i popoli. La pace e la libertà sono garanti della felicità dei popoli, e la ricostruzione del mondo su nuove basi di giustizia sociale e nazionale è la sola via per la collaborazione pacifica tra stati e popoli. Dopo aver conseguito l'agognata nostra libertà e dopo che i nostri paesi sono riusciti a liberarsi con la lotta, vogliamo:

   - conservare nella nostra memoria la solidarietà internazionale del campo e trarne i dovuti insegnamenti;

   - percorrere una strada comune: quella della libertà indispensabile di tutti i popoli, del rispetto reciproco, della collaborazione nella grande opera di costruzione di un mondo nuovo, libero, giusto per tutti;

   «ricorderemo sempre quanti cruenti sacrifici la conquista di questo nuovo mondo è costata a tutte le nazioni.
 
 «Nel ricordo del sangue versato da tutti i popoli, nel ricordo dei milioni di fratelli assassinati dal nazifascismo, giuriamo di non abbandonare mai questa strada. Vogliamo erigere il più bel monumento che si possa dedicare ai soldati caduti per la libertà sulle basi sicure della comunità internazionale: il mondo degli uomini liberi!

«Ci rivolgiamo al mondo intero, gridando: aiutateci in questa opera!

«Evviva la solidarietà internazionale!

«Evviva la libertà!»

EVVIVA IL 25 APRILE!