Ringraziamo nuovamente tutt* coloro che hanno partecipato al nostro Congresso di sezione, svoltosi domenica 28 novembre presso il Circolo De Angeli. Di seguito pubblichiamo il breve documento programmatico approvato dall'Assemblea, ad integrazione della proposta del documento base del XVII Congresso ANPI.
Il Congresso di Sezione, esaminato il documento nazionale, ritiene necessario integrarlo con ulteriori riflessioni:
La “crisi” della nostra società
La nostra società è pesantemente segnata da una crisi che riguarda varie dimensioni: ambientale, economica, sociale, politica ed in ultimo sanitaria. L’emergenza Covid l’ha ulteriormente aggravata ed il prezzo lo stanno pagando soprattutto gli strati più vulnerabili della popolazione. La “ripartenza” dovrà tenere conto di questo, non si potrà tornare ad una situazione pre-crisi senza affrontare le profonde disuguaglianze ed ingiustizie di questa società e senza rivalutare l’attuale modello di sviluppo.
Il malcontento nei confronti delle istituzioni e della politica è forte, testimoniato ad esempio dal dato del tasso di affluenza nelle ultime elezioni politiche locali. A livello circoscrizionale l’affluenza al primo turno è stata di poco superiore al 43%, crollando a poco più del 32% al secondo turno. Si tratta di un dato molto preoccupante, la democrazia per poter essere tale presuppone la partecipazione dei cittadini. Allo stesso modo bisogna vigilare affinché il malcontento non venga cavalcato dall’estrema destra con la sua retorica discriminatoria, razzista ed identitaria, creando i presupposti di tensioni sociali diffuse tra i settori più marginali della società. L’azione dei gruppi neofascisti si è manifestata anche in azioni eversive e squadriste, come nel caso dell’assalto alla sede nazionale della CGIL. Per questo motivo va ribadita la necessità della messa al bando delle formazioni neofasciste, essendo al contempo coscienti che solo un’incisiva azione culturale e sociale potrà porre fine definitivamente a questi fenomeni.
Diffusione dei valori resistenziali e contrasto al revisionismo
La Resistenza è stata un fenomeno molto eterogeneo. Non solo da un punto di vista politico, con la partecipazione di persone con una diversa formazione culturale e politica: dai monarchici ai comunisti, dai cattolici ai socialisti, dagli azionisti ai liberali, bensì anche nelle modalità. La Resistenza infatti è stata rappresentata da forme di opposizione anche molto diverse tra loro: dalle formazioni di montagna a quelle di “città”, passando per la Resistenza nelle fabbriche, a quella delle donne, in lotta anche per la loro autodeterminazione, fino a quella dei soldati deportati nei campi IMI che rifiutarono di aderire alla RSI in cambio della loro scarcerazione. La Resistenza ha quindi avuto sì un’importanza “militare”, ma non solo. L’aspetto morale, politico, di una generazione che si è formata nella lotta contro il nazifascismo è addirittura più importante di quello meramente bellico. Questa nuova classe dirigente, forte di quello che aveva vissuto sarà quella che curerà la stesura della nostra Costituzione democratica, fondata appunto sui principi che sono stati alla base dell’esperienza resistenziale. Per questo motivo i vari tentativi di delegittimarla vanno contrastati, la Resistenza ha in sé un carattere aperto ed inclusivo. L’uso strumentale che ad esempio l’estrema destra fa di altri avvenimenti come il Giorno del Ricordo non può incidere su quanto detto e non deve essere un’occasione per rivalutare anche indirettamente il fascismo. A questo proposito si è anche assistito ad una campagna d’odio nei confronti di alcuni ricercatori e storici, come Eric Gobetti, Carlo Greppi e Chiara Colombini che hanno messo in discussione questa retorica nazionalista ed identitaria volta a colpire la Resistenza ed indirettamente a rivalutare il fascismo. Il nostro è un paese che non ha mai fatto i conti fino in fondo col suo passato fascista, è necessario ricordare quanto questo è stato: da strumento di repressione dei moti operai e contadini del dopoguerra con lo squadrismo, a partito-stato che reprimeva ogni forma di dissenso interno, dall’imperialismo coloniale macchiato da numerosi crimini contro le popolazioni autoctone, all’appoggio dei franchisti contro le forze repubblicane spagnole, per finire appunto con le leggi razziali e l’asse con la Germania nazista durante la seconda guerra mondiale ed il disastro bellico nelle campagne in Russia, nei Balcani ed in Nord Africa.
Europa: frontiere, muri e migranti
Negli ultimi anni il fenomeno delle migrazioni di persone in fuga da guerre e difficoltà economiche ha messo in luce tutte le contraddizioni dell’Europa. Abbiamo assistito così alla nascita di nuovi muri, anche all’interno degli stessi stati dell’Unione. L’assenza di una responsabilità comune europea, sotto la spinta delle forze sovraniste, ha portato così ad uno scaricabarile che finora hanno pagato gli ultimi, i disperati in fuga spesso da guerre che lo stesso Occidente ha creato, come dimostrano i disastri geopolitici in Siria, Libia ed Afghanistan. La “difesa dei confini” dall’”invasione” è diventato così uno dei cavalli su cui punta la retorica delle forze sovraniste, cavalcando i malcontenti presenti nella società ed indirizzando rabbia e frustrazioni contro i migranti e gli stranieri venuti a minare il nostro benessere ed il nostro modo di vivere. In Italia abbiamo assistito anche alle ormai innumerevoli tragedie del Mediterraneo ed al caso delle ONG, criminalizzate in toto insieme a tutti coloro che hanno cercato di trovare nuove strade nel modello di integrazione, come ha dimostrato il caso Mimmo Lucano. L’inedia degli Stati europei ed il subappalto della gestione dei flussi migratori a forze e regimi spesso criminali non può essere una soluzione. La solidarietà non deve mai venire meno e solo un’azione che affronti alla radice il problema delle disuguaglianze e delle guerre potrà consentire di gestire i flussi migratori, sottraendo masse di disperati alla mercé di gruppi criminali e detenzioni arbitrarie per il solo fatto di essere in cerca di un futuro migliore in un altro paese.
Lotta contro le discriminazioni e condizione femminile. Campagne d’odio sui social
La situazione generale di crisi e, parallelamente, i processi di emancipazione della nostra società hanno portato le formazioni di estrema destra a scagliarsi contro tutti quei gruppi o movimenti che rappresentano una minaccia alla società od ai valori “tradizionali”, spesso contrapponendo strumentalmente i diritti civili e quelli sociali, allo scopo di creare ostilità nei confronti di questi movimenti o persone. In questo contesto le minoranze divengono così dei bersagli nelle campagne d’odio per via della loro origine o religione, come per i migranti, oppure per la loro condizione, come nel caso delle discriminazioni per via dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere di una persona. Il fallimento dell’approvazione della legge Zan in contrasto all’omotransfobia dimostra quanto lavoro si debba ancora fare e di quanto la classe politica sia in questo momento poco adeguata ad affrontare queste tematiche. Parallelamente alla lotta contro le discriminazioni, va affrontato il problema della violenza sulle donne che ogni anno causa circa un centinaio di femminicidi ed ancor più casi di violenza fisica e psicologica (una media di 85 al giorno), sintomo anche in questo caso di quanto si debba ancora fare sul piano culturale e sul contrasto alla cultura del possesso. Allo stesso modo è necessario sostenere azioni che rendano effettiva la parità di genere. Il processo di emancipazione delle donne va inoltre salvaguardato da posizioni ed iniziative oscurantiste volte al controllo del corpo delle donne, come le posizioni sull’aborto. E’ necessario quindi evidenziare come le categorie menzionate precedentemente siano i principali bersagli degli haters e delle campagne d’odio sui social. Il contrasto alle discriminazioni ed i processi di emancipazione/liberazione femminile devono quindi rientrare in una campagna culturale diffusa nella società che abbia un approccio aperto, multidimensionale ed intersezionale.
Tenendo anche conto delle riflessioni emerse, riteniamo stabilire per la nostra sezione alcune linee guida operative, relative alle azioni da svolgere:
Tutela e valorizzazione della storia della Resistenza locale
Dal 2020 è consultabile sul nostro sito web (anpibaronifranchetti.blogspot.it) la sezione “Re5istenza in quartiere”, un portale attraverso cui è possibile esplorare una mappa interattiva sui luoghi della Resistenza nel territorio della circoscrizione 5, potendo collegarsi ad alcune schede di approfondimento di altri progetti come quelli curati dal Museo diffuso della Resistenza di Torino.
Collegate a questo progetto, nel corso degli ultimi anni abbiamo organizzato diverse biciclettate e passeggiate di riscoperta storica, proprio nei luoghi della Resistenza. Venendo sempre meno le testimonianze dirette si tratta di una modalità alternativa per coinvolgere le persone, attraverso percorsi tematici facilmente comprensibili anche ai non addetti ai lavori. Ripartire dalle singole storie è un modo efficace per spiegare il contesto e le diverse motivazioni che hanno spinto molte persone, soprattutto giovani, compreso un numero considerevole di donne, ad aderire all’esperienza resistenziale e di quanto questa scelta abbia rappresentato un pilastro fondamentale nella ricostruzione del nostro paese, in primis con l’emanazione della nuova Costituzione democratica.
Nell’ottica della “riscoperta” di queste storie, parallelamente ad un lavoro di ricerca, si potrebbe implementare l’uso anche di nuovi strumenti social, creando dei brevi filmati che raccontino una storia/un luogo specifico.
Allo stesso modo si potrebbe collaborare con altre sezioni per organizzare gite/gruppi di escursionismo alla riscoperta degli altri luoghi della Resistenza in Piemonte.
Rapporto con le scuole
Il nostro lavoro con le scuole è stato di fatto sospeso dall’emergenza Covid. Occorre ripristinare il nostro storico progetto “Resistenza-Repubblica-Costituzione”, rivolto alle classi terze delle scuole secondarie di secondo grado (ex medie).
Gli altri interventi nelle scuole hanno riguardato principalmente interventi in scuole locali dedicate a partigiani, ovvero durante commemorazioni.
Occorre consolidare la rete con le scuole del territorio, promuovere interventi legati alla storia della Resistenza locale, anche promuovendo le stesse passeggiate, all’antifascismo, alle lotte contro ogni forma di discriminazione o relative all’applicazione di principi costituzionali.
Organizzazione eventi, apertura sede e rapporto con altre realtà antifasciste
Il nostro impegno andrebbe indirizzato maggiormente anche nell’organizzazione di eventi, dibattiti, presentazione di libri o ricerche, proiezioni sulla tematica resistenziale, ma non solo. L’antifascismo oggi, le lotte per i diritti e per l’applicazione dei principi costituzionali rientrano anche nel nostro campo d’azione, secondo il concetto di “memoria attiva”, richiamato nel documento nazionale.
Nell’ottica di apertura della nostra associazione, dovremmo cercare di svolgere queste iniziative cercando di coinvolgere anche altre realtà antifasciste e democratiche sensibili a queste tematiche.
Nell’ambito della valorizzazione della sede, si dovrà procedere alla catalogazione degli oltre mille volumi presenti nella nostra biblioteca, disponibili in consultazione per iscritti e ricercatori. Parallelamente questa dovrà tornare ad essere sede di ritrovo abituale degli iscritti, almeno un paio di volte al mese.
Tesseramento e formazione
Il nostro numero di tesserati negli ultimi anni è oscillato tra i 90 ed i 100 iscritti. A causa del Covid, l’anno scorso vi è stata una lieve flessione a 75 iscritti. Dovremo investire maggiori risorse nell’ottica di un rafforzamento del tesseramento, ad esempio con l’organizzazione di banchetti nei mercati o ad eventi/manifestazioni. Il tesseramento però non va inteso solo come mera crescita del numero di tessere ma deve essere anche, e soprattutto, una crescita qualitativa. Per questo è necessario cercare di coinvolgere maggiormente gli iscritti in tutte le iniziative e promuovere dei percorsi di formazione, in particolar modo tra i giovani. Allo stesso modo si dovrà cercare di rafforzare e valorizzare la presenza femminile all’interno dell’associazione.
Torino, 28 novembre 2021
A.N.P.I. V Riunite Torino
"Baroni-Franchetti-Ballario-Rolando"
Nessun commento:
Posta un commento